venerdì 2 gennaio 2015

Il Ritmo Giusto Per Ballare





Il ritmo giusto per ballare…


Bella Pov

Un-e-due

Tre-e-quattro

Cinque-e-sei

Sette-e-otto



Un-e-due

Tre-e-quattro

Cinque-e-sei

Sette-e-otto



-SWAN! TEMPO!



Un-e-due

Tre-e-quattro

Cinque-e-sei

Sette-e-otto



-SWAN DANNAZIONE! TEMPO!



Un-e-due

Tre-e-quattro

Cinque-e-sei

Sette-e-otto

Un-e-due

Tre-e-quattro

Cinque-e-sei

Sette-e-otto



-STOOOP!



La musica si arresta e tutti si voltano a guardarmi. Che diavolo, non è colpa mia! E’ la Denali che non la smette di riprendermi! Non è colpa mia!

Me lo ripeto all’infinito da circa due mesi, ma la situazione non cambia.

Quindi forse…è colpa mia!



-Swan, si può sapere cos’hai nel cervello? Ora non sai più neppure contare? E’ semplice…ma forse per i tuoi neuroni troppo usurati dalla lettura è faticoso addirittura contare fino ad otto a ritmo di musica! Mi chiedo che diavolo ci fai in quest’aula! Avrebbero dovuto mandarti in quella Junior! – tutti ridacchiano attorno a me, cercando di mascherarsi tra colpi di tosse, stiracchiamenti e una mano di fronte alla bocca. Davvero simpatici i miei compagni di corso! Come se loro non sbagliassero mai, Perfettini!

Me ne sto in piedi, con il fiato corto e le gambe che dolgono per il troppo sforzo. E’ la sesta volta che mi riprende e ci fa ricominciare tutto dall’inizio. Credo che i miei compagni vogliano uccidermi a questo punto.

-Mi dispiace.. – mormoro solamente, sperando che mi senta e nello stesso momento che non lo faccia. Lo so che non riuscirò a impietosirla, sono stanca e la voce mi esce appena, ma so anche che odia quando le persone della sua classe cercano di giustificarsi. E’ meglio se neppure lo dicevo quel “mi dispiace” tante volte! Lei mi ignora ed io sono molto più felice così, almeno non inizierà una delle sue sfuriate a toni elevatissimi che gli specchi tremano e i nostri timpani scoppiano.

-Un’altra volta! Dall’inizio….E per favore! Andate a tempo! – è esasperata, e chi non lo sarebbe?!

Montiamo questa coreografia da circa due settimane ed ancora non si è arrivati ad una conclusione. Mancano gli aggiustamenti, ci sono spezzoni di qua e spezzoni di là, noi li facciamo in sequenza ma si comprende benissimo che non sono fluidi.

Tutti mi lanciano un’occhiata incazzata ed io vorrei sparire e seppellirmi da qualche parte in modo che nessuno mi veda, ma sono sicura che pure in quel caso la Denali arriverebbe a dire che sono fuori tempo. Stronza.

-Bella, se non riesci ad andare a tempo contando segui James di fronte a te.. – mi suggerisce Alice a bassa voce. Io annuisco e sorrido. Lei è una buona amica, una delle poche qui dentro che davvero mi vuole bene e mi da consigli utili, con gli altri mi diverto e ci parlo ma come lei, nessuno!



Le prime note iniziano, posizione in Plié a gambe divaricate e testa bassa, la musica parte e alzo la testa di scatto da lì è tutto un susseguirsi di passi e sequenze che conosco bene; trovo davvero molto più semplice concentrarmi su James di fronte a me che sul conteggio, come consigliatomi da Alice. Alla fine Denali mi riprende una volta sola e ci lascia andare con un sospiro esasperato. In fretta e furia raccolgo la mia borsa e mi dirigo fuori, odio i commenti del post lezione, sono tutte critiche verso di me che non fanno bene alla mia già precaria autostima.

Solo che non sono abbastanza veloce questa volta e la SUA voce mi arriva alle orecchie come se fosse il suono più bello del mondo e allo stesso tempo la musica più stonata possibile.

-Cazzo! Swan non merita davvero di stare qui dentro alle volte, sembra che inciampi su i suoi stessi piedi la maggior parte del tempo e credo che abbia qualche problema all’udito perché davvero non azzecca un tempo neppure con il binocolo!

Stringo i denti e sbatto la porta dietro di me. Non me ne fotte se si è accorto che l’ho sentito!

Maledetto.

Raccomandato.

Stronzo.

Figlio di papà!

Non ci parliamo mai io e lui, ma lo conosco per la fama! Edward Cullen!

Sarebbe più giusto Edward - Ho-Un-Ego-Gigantesco - Cullen!

E’ il figlio dei proprietari della scuola di danza, che per precisione è la più grande di Seattle, gran bel figo ma stronzo fino al midollo! Non c’è una cazzo di volta che passa nei corridoi e mi saluta, è altezzoso e presuntuoso, crede di essere il migliore qui dentro solo perché è figlio dei proprietari! Sto gran…piffero!

Non è il migliore!

E’ un bel pezzo di manzo, su questo non c’è dubbio! Verrebbe voglia di fargli…aaaaaaaaaah! Di tutto! Ma non solo…

E’ bravo si! Ha delle linee bellissime ed è pulito nei movimenti, ed ha un senso del “bello” meraviglioso. Non ha mai un abito stracciato o sgualcito, è sempre impeccabile, pulito, con le espressioni giuste ad ogni passo. Le sue dita seguono la posizione delle braccia come fossero rami prolungati di un albero, la schiena quando si muove evidenzia tutti i muscoli della zona e la colonna vertebrale è flessibile come quella di pochi ragazzi qui dentro. Le sue gambe sono morbide e dai movimenti fluidi quando serve ma sanno diventare dure e ferme in un attimo. Si, l’ho osservato bene, okay?! Che volete da me…è un ragazzo! Un gran bel pezzo di ragazzo! Non puoi fare a meno di osservarlo quando si muove, il più delle volte porta delle magliette non troppo attillate, e di questo ringrazio Dio perché se no la mia già scarsa attenzione risulterebbe minata alla grande, ma quando si allena di notte è sempre a petto nudo. Ed io amo quei momenti perché posso guardarlo senza essere vista, per poi chiudermi in stanza, nella mia fortunatissima stanza singola, e sfogare la mia frustrazione sessuale con giochetti in solitaria. Ah se avessi Cullen tra le mani certe volte….cosa gli farei!

Peccato che lui sia stronzo!

Peccato che io sia cotta di lui dal primo momento!

E’ il preferito di quasi ogni professore qui dentro, che sia uomo o donna non è importante, lo adorano. E come dargli torto? E’ il pargoletto del capo della baracca, vorrei ben vedere se qualcuno osa andargli contro!



Adesso, però, non ho voglia di perdermi in questi pensieri astiosi.

Non ho il tempo di stare ad arrabbiarmi perché il ragazzo che mi ispira sesso a tutte le ore del giorno e della notte e che nello stesso momento mi infonde una tenerezza infinita certe volte perché sono stracotta di lui, si mette ad abbaiare contro di me offese gratuite. Si va bene…alla fine lo perdonerò come ogni volta che sento qualcuno commentare qualcosa su di me, poi lui se lo merita tutto il mio perdono. Alla fine..non è neppure stato così cattivo. Giusto?! O forse sono solamente annebbiata dalle sue spalle larghe, dal sorriso magnetico, meraviglioso, dolce, accattivante…Ehi Swan torna sulla terra ferma! Stai navigando in acque pericolosissime per il pomeriggio! Questi sono pensieri da camera da letto!

Ho solo il tempo di attraversare il corridoio e salire le scale, in velocità, e mi fiondo in aula. Ad aspettarmi Jasper Hale. Il mio ballerino preferito.

Insegna danza classica, ed è una meraviglia guardarlo all’opera. Abbiamo pochissime occasioni per vederlo ballare a dir la verità, solitamente lo fa per scaldarsi all’inizio della lezione ed è per questo che scappo dalle altre per fiondarmi qui. Non sono infatuata o cose di questo genere, per quello, purtroppo, ho sempre la mente concentrata su Edward – megalomane - Cullen!! Ma di Hale mi piace proprio come si muove, come sposta i piedi sul pavimento, la fluidità delle braccia che si alzano e si muovono nell’aria…è qualcosa di estremamente sublime. Sembra tutto semplice ciò che fa, è capace di rendere un Brisè così naturale che ci vorrebbero provare tutti. Prova spesso delle coreografie che poi ci insegna, probabilmente per decidere i passi giusti e la sequenza corretta ed esteticamente migliore, ma chissà perché quando la eseguiamo noi le mani in aria sembra che stiano facendo un trasloco, mentre le sue sembra che accarezzino farfalle. Il suo corso è gradevole, non mi riprende ogni secondo e cerca di correggere i miei errori mostrandomi, facendomi capire cosa sbaglio, non urlandomi addosso e basta. E soprattutto crede che io vada a tempo, anzi spesso sono al centro o davanti in modo da mostrare a quelli dietro il ritmo e i passi giusti.

Questo è un insegnante serio. Non quella gallina secca e platinata al piano di sotto. Ecco perché mi piace essere in anticipo, rimanere imbambolata ad osservarlo mentre sembra che volteggi sull’aria. Perché lui è bravo, sia come ballerino, sia come insegnante. Oltre questo però…nulla! Non fatevi strane idee! Il mio cuore, ma soprattutto la mia mente, è occupata al cento per cento da Edward – sono un fottuto figo dal culo sodo - Cullen! Fuori da queste linee non vado, mi basta lui per le mie fantasie…si perché resteranno sempre fantasie! Figuriamoci se uno così può davvero pensare di venire con una come me! Ah ah ah ah! Mi faccio ridere da sola. Probabilmente se potesse depennarmi dalla lista delle donne sarebbe addirittura contento. Il mio petto sembra una tavola da surf e il mio sedere, diciamocelo, non è tutto sto gran ché! Il suo invece…oh il suo è divino. Per non parlare del davanti! Amo il corso di classico anche perché gli uomini sono in calzamaglia…e soprattutto perché LUI è in calzamaglia e la calzamaglia è aderente, molto aderente e si vede tutto, ma dico proprio tutto, tutto! E solitamente è la lezione in cui la mia fantasia acquista nuove immagini da portare con sé per la notte. Amo le lezioni di classico perché forniscono materiale alla mia testa per immaginare come sarebbe……aaaaaaah! Frena Bella!

-Oh Swan, puntuale come sempre! – ridacchia imbarazzato. Beh almeno c’è Hale che mi ferma da creare un lago su questo pavimento!

Sa che corro per arrivare prima e ammirarlo, non mi vergogno ad entrare dalla porta e stare lì ad osservarlo, perché ho davvero poche occasioni per poterlo fare. Lui invece sembra che si trovi a disagio.

-Salve! Oggi in realtà la signorina Denali ci ha fatto faticare più a lungo – dico storcendo il naso e lui annuisce prendendo un sorso d’acqua –E difatti mi sono persa metà del suo riscaldamento! – sorrido e l’osservo arrossire.

-Isabella, prima che arrivino i tuoi compagni…devo dirti una cosa.. – si avvicina ed io mi sento un po’ a disagio, spero che nessuno entri in questo momento, perché la cosa potrebbe davvero essere fraintesa. Ed io non voglio assolutamente! Qui dentro ci sto per lavorare e imparare seriamente a ballare, una cosa che mi ha sempre affascinata fin da piccola. Non ho intenzione di rovinare tutto per degli spiacevoli inconvenienti. –Non è bene che tu corra per arrivare in aula. Non è bene perché lo fai per guardarmi e questo mi mette a disagio, soprattutto con gli altri insegnanti. Non voglio passare dei guai perché un’alunna non è capace di frenare l’ormone! – sbarro gli occhi inorridita e sorpresa.

CHE?

COSA?

Io non sarei capace di frenare l’ormone?

Con lui?

Oddio…datemi Cullen e vi mostro di cosa sono capace realmente!

Questo non è essere incapace di tenere a freno l’ormone!

Santo cielo!

Dovrebbe vedermi quando torno in camera dopo avere osservato per ore Cullen allenarsi in aula di notte, senza che nessuno lo veda, tranne me ovviamente. Quello si che è ORMONE! E che ormone! Uno di quelli che ti fa scoppiare la testa, tendere i muscoli, ribollire il sangue ed esplodere in un lungo e agognato “OH SIIIII!”

-Ehm…io..io…veramente… - che avevo pensato poco fa? Ecco i fraintendimenti! Non ho il coraggio di rispondere a Cullen di andare a farsi fottere e potrei addirittura provarci con un docente? Ma fatemi il piacere! Mi scoprirebbero ancora prima di avere pensato una cosa del genere! Sono un’imbranata in tutto ciò che non è leggere o ballare, checché ne dicano Denali e Cullen!

-Stiamo interrompendo qualcosa? – ancora quella voce odiosa! Ma possibile che oggi abbia deciso di essere il mio incubo personale?! Dannato Cullen! Sarai pure scopabile ma santo cielo se sei rompi coglioni!

-No, assolutamente - scuoto la testa allontanandomi e infilo le scarpette.



Alle volte odio i miei piedi, sono così brutti. Tutti rovinati, la pelle è secca per colpa della polvere di pece, le unghie sono sempre corte e senza smalto perché le scarpette in gesso le rovinano, spesso mi ferisco perché sono troppo strette o perché lavoro talmente tanto in quest’aula che alla fine si formano le vesciche in parti più impensabili. Il mignolo è talmente stretto alle altre dita che alle volte penso di non averlo neppure più.

E così quando arrivo in stanza afferro la bacinella d’acqua, all’interno del bicarbonato, qualche essenza profumata e degli oli per rendere la pelle morbida, e poi mi occupo di disinfettare le ferite, coprirle con dei cerotti mentre la crema agisce e il giorno dopo di nuovo, la stessa storia.

Ma se penso a cosa sono capace di fare sulle punte, tutto passa in secondo piano.

I ragazzi si pongono tutti di lato alla sala, si preparano per la lezione, mentre io sono ancora qui che penso a cosa Hale mi abbia detto. Io spero che abbia fatto così, solo per spaventarmi, e che non lo creda davvero, perché è assurdo. Dovrò parlargli il prima possibile, magari avendo al mio fianco Alice che sa la mia segreta voglia di guardarlo danzare, è come una droga! Qualcosa che ti richiama e ti dice “guardami, guardami!” e non puoi fare altro che correre per stare bene almeno per poco tempo. Perché Hale che balla…fa stare bene davvero!

Mi alzo da terra e cammino fino alla sbarra, mi ci appoggio e scaldo le caviglie e i piedi a restare sulle punte, quando tutti gli altri mi raggiungono la lezione può finalmente cominciare.

La musica è dolce durante gli esercizi alla sbarra e mi sorprendo di quanto rilassante siano oggi per me queste note, dovrei considerare l’idea di mettere qualcosa di questo genere all’interno del mio I-pod.

La sequenza degli esercizi parte sempre con il riscaldamento veloce alla muscolatura generale per poi passare alle gambe e alle braccia. Come più volte ci è stato detto, fino allo sfinimento, gli esercizi alla sbarra non sono solamente un modo per prepararsi ed entrare nell’ottica di ciò che avviene dopo, ma l’insegnamento della tecnica. Tecnica che serve per tutto. Tecnica che Denali dice che non ho! Sta gran deficiente!



-Bene! Pliè, Relevé, Plié, su! Di nuovo. Pliè, Relevé, Plié, su! Pliè, Relevé, Plié, su! – questo esercizio, affaticata come sono oggi, mi fa tremare i muscoli delle cosce talmente è assurdo lo sforzo, ma stringo i denti e il sedere o non manterrò mai l’equilibrio e cadrò rovinosamente con la faccia sul deretano di James. Dopo l’ultima sequenza sappiamo che tocca ai Battement nelle tre posizioni. Mi preparo, adocchiando bene la distanza che c’è tra me e James e tra me e Cullen, che oggi mi sta dietro. Spero che il mio culo lo distragga e venga rimproverato! Anche se lo dubito, è abituato a culi più…sostanziosi e vistosi, il mio è..muscoloso ma non come quello delle ragazze che si porta in stanza. E, detto tra noi, la cosa mi fa invidia.

Hale ha voluto provare a sistemarci in modo diverso, uomo-donna-uomo-donna e così via per tutta la sbarra, finendo con una donna. E replicando nelle altre quattro sbarre parallele alla nostra. Non so cosa cazzarola ha in mente, ma avere Cullen di dietro mi fa venire in mente strane cose e non tutte sarebbero appropriate per il luogo in cui ci troviamo. Anzi forse proprio nessuna in questo momento. –Petit Battement tendu in serie da quattro in prima posizione, poi in seconda, in terza e di nuovo in seconda. Poi tuor de corp e di nuovo con la destra. Un..Deux..Trois! – e si parte. Piccoli sollevamenti di gambe, i piedi che si trascinano per la maggior parte per terra e la capacità di stringere le chiappe per restare in equilibrio. Quando è il momento di girarsi, non sono pronta a ciò che i miei occhi osservano.

Cazzo!

O dovrei dire…Santo cielo, grazie!

Di sicuro così ravvicinato il culo di Cullen non l’avevo mai visto.

E che spettacolo mi ero persa!

E’ sodo e il pantalone stretto che usa per la lezione enfatizza le sue forme, senza rendere volgare la persona. Quanto vorrei vederlo dall’altro lato! Perché Hale non fa fare agli uomini ancora i Battement con la sinistra? Me lo ritroverei davanti e potrei ammirare il pacco regalo che…AhhhhhH! Swan La lezione! Si certo…la lezione. La lezione sulle curve di Cullen vorrei fare! La schiena coperta dalla maglietta si tende ad ogni movimento e si vede benissimo lo sforzo che fa per restare dritto e fermo nella stessa posizione. Si può pensare che anni ed anni di lezioni ti insegnino a fare le cose naturalmente, ma credo che la tecnica alla sbarra non permetta mai di potersi rilassare davvero. Cerco di concentrarmi poco sul fantastico mondo tutto curve e muscoli possenti che mi trovo di fronte, e mi concentro sull’esercizio, onde evitare che dallo specchio l’interessato mi noti fissare il suo lato B, decisamente meno stronzo del lato C…C come Cullen! Oddio che battuta scema!

I miei neuroni hanno perso qualche colpo, le sinapsi sono rallentate.



La parte difficile arriva ora!

-Ottimo direi! Devo dire che siete migliorati in molti passaggi “par terre – en l’air” proseguiamo. Grand Battement tendu in serie da otto, mi serve che eleviate al massimo l’apertura e lo slancio, ragazze non sulle punte, lavoreremo su quelle da domani, preferisco che valorizziate lo slancio e l’elasticità. Un..Deux..Trois! – e si parte. Per fortuna avevo calcolato bene la distanza con Cullen, o adesso mi sarei ritrovata a dargli dei calci su quel bel culetto sodo da sogni erotici ventiquattrore su ventiquattro, facendolo pure arrabbiare. Ed io non volevo assolutamente che si infuriasse con me. Preferivo essere ignorata piuttosto che farmi sbattere fuori. Oddio, sbattere! Certo..se fosse lui a sbattermi!

Ancora Swan?!

Mi sembra che non hai recepito il messaggio! Che ti succede oggi?! Questi pensieri IN.CAMERA.DA.LETTO! Tu, le tue dita e l’immagine del culo perfetto di Cullen!

Riprendo la concentrazione, per quanto possibile e porto la gamba in seconda posizione, quella laterale, e con un piccolo Passè posiziono la gamba destra dietro la sinistra per darmi forza, come se fosse una rincorsa ecco, con un piccolo tocco par terre trascinato porto la punta a staccarsi dal pavimento e grazie a quella piccola rincorsa ho lo slancio per alzare la gamba, a tempo di musica. Osservo di fronte a me Edward che perde l’equilibrio per lo slancio e si deve aggiustare velocemente, prima che Hale lo veda. Senza volerlo si sposta più indietro e so che devo avvisarlo prima di iniziare il Battement en arriere o succederà un casino.



-Cullen! – non si volta, certo sto anche parlando piano, porco cane! –Cullen! – alzo di più la voce ma con una scrollatina di spalle mi ignora. Stupido. –Cullen! – dico forte, superando anche la musica.

-Swan! Silenzio! Perché ti sei fermata? Continua! – ecco, ora sono io che mi prendo i rimproveri, lo vedo il suo sorrisetto trionfante allo specchio ma è questione di un secondo. Mi sposto appena di lato in modo che la sua gamba, spero, non mi tocchi, e mi piego anche io leggermente, lui si porta poco in avanti con il busto, per eseguire il Battement en arriere e prendendo la rincorsa con un semplice Passé mi sferza un calcio sul volto che mi fa finire prima addosso alla sbarra e poi a terra, a peso morto. Decisamente non ha poi questa linea delle gambe drittissima, anche se la forza e lo slancio ci sta tutto!

Sto cavolo!

Lo sapevo.

Porco diavolissimo cazzo!

Che dolore assurdo.

Mi tengo il volto tra le mani mentre Hale pensa a spegnere la musica e si precipita vicino a me, tutti gli altri mi osservano, sento i loro sguardi bruciare. Probabilmente tutti pensano che sia colpa mia e del mio malsano equilibrio, e invece questa volta è colpa di quello stramaledettissimo Cullen il superiore che mi ignora!

-Swan, tutto bene?!

-Tutto bene sta cippa! – ringhio tra i denti incazzata come una iena! –Stavo appunto avvisando Cullen che era troppo vicino, professore! Ma puntualmente vengo ignorata! – non so perché mi sto giustificando, ma questa volta non ho voglia di fare la parte della cretina.

-Ti porto in infermeria, voi non fate baccano, torno tra poco… - mi tende la mano, il prof, ma io la evito con un’occhiataccia e mi alzo da sola, ancora mezza tramortita. Fa un male porco!

-Grazie professore, ma credo di farcela da sola! Non vorrei che la gente pensasse che tra me e lei ci sia qualcosa di losco, solo perché mi accompagna in infermeria e vengo a vederla ballare prima della lezione! Santi numi che male! – dico allontanandomi. Afferro la borsa determinata. Si determinata a non farmi mai più mettere i piedi in testa da nessuno. Letteralmente e metaforicamente!



Passo il resto dell’ora che dovrei stare in aula da Hale in infermeria con il ghiaccio sulla mandibola e sull’occhio, per evitare di assomigliare ad un panda domattina e di avere la mandibola come un piragna! Riesco però ad affrontare la lezione di Brandon e Hale. Emmett e Rosalie. Emmett tra l’altro è il fratello di Alice.

Questa è la mia seconda aula preferita. È molto grande, più delle altre, probabilmente perché è un corso che seguono in molti. In più i professori sono molto competenti ed è davvero divertente stare con loro ed imparare!

-Ehi Bella! Come stai? – Alice, Eric, Garrett e Kate si fiondano subito intorno a me per sincerarsi delle mie condizioni. Loro sono il mio gruppo, non rinuncerei a loro neppure sotto tortura, sono degli amici favolosi e qui dentro si sa, ne ho bisogno.

-Bene.. l’Infermiera Char ha solamente detto che dovrò rimettere il ghiaccio alla fine di questa lezione, per evitare che si gonfi o che diventi nero. Spero proprio di non assomigliare ad una coperta maculata domani! – ridacchiano e mi raccontano cosa è successo in aula quando me ne sono andata. Dicono che Edward era strano e deconcentrato e che Hale invece si sentiva in colpa. Beh, ben gli sta! Ad entrambi! Di sicuro non andrò più ad osservare il professore che balla, e non starò più dietro a Cullen mentre facciamo gli esercizi alla sbarra!



Mi metto in mezzo alla sala, siamo circa una trentina oggi, perché è il giorno in cui i due gruppi si congiungono, solitamente per decidere le coppie, la formazione di nuovi gruppi o per fare il punto della situazione. Sto riscaldando il collo, seduta per terra mentre attendo che Emmett e Rosalie ci diano il via, e la porta si apre, Cullen entra seguito dal professor Hale. Perfetto, qualcosa mi dice che sono nei guai. Scommetto che diavoloManCullen ha pensato bene di dire che la colpa è mia perché mi sono spostata in avanti, ed ora, avendogli dato contro in aula davanti a tutti mi vorrà portare da paparino a fare due chiacchiere sulla mia boccaccia! Accidenti a te Cullen!

-Jazz, che ci fai qui? – chiede Emmett.

-Sono venuto ad assicurarmi che Swan stesse bene. C’è stato un incidente nella mia aula prima ed è andata in infermeria, potrei parlarle due secondi? – tutti gli occhi si puntano su di me ed io scuoto la testa.

-Credo lei possa parlare qui davanti a tutti.. – dico, cercando di fugare ogni dubbio su una nostra probabile relazione.

-Oh beh…nulla volevo solo sapere come stavi… - scrollo le spalle.

-Sarò fortunata se domani non avrò le sembianze di un ghepardo maculato di verde e non avrò la mandibola come quella di un coccodrillo! Grazie dell’interessamento! – sarà il tono sarcastico ma intorno a me si levano risate generali, addirittura quelle di Emmett e Rosalie. Lui è l’unico che ci permettiamo di chiamare per nome, è un simpaticone e quando non è nelle vesti dell’insegnante è davvero un amicone per tutti! Rosalie invece è più bacchettona e severa e si rivolge a noi con il tu, chiamandoci per nome, ma usa un tono talmente freddo e distaccato da pensare di essere all’interno di una catena di montaggio, più che in una sala di ballo. Solo che è la migliore in quello che fa e non si permette mai di perdere di rispetto a noi allievi, come invece fa miss Denali spacca uova!

-Jazz, credo sia il caso che tu esca…iniziamo la lezione! – dice con il solito tono sua sorella. Mi alzo in piedi e appena parte la musica inizio il riscaldamento muscolare. Questo non ha nulla a che vedere con quello che facciamo in sala con Hale o con miss urlocontroSwan Denali! E’ più una sorta di rilassamento, che prepara a tutto ciò che arriva dopo. Diagonali che sembrano infinite e riscaldamento di coppia, stiracchiamento dei muscoli, e tutto ciò che segue normalmente. Poco riscaldamento, appena mezzora, tutto il resto è ballo. Ballo vero e puro. In queste due ore ho l’opportunità di scatenarmi nel miglior modo possibile, chiudendo fuori ogni problema e guardando allo specchio me, e solo me. Tutti gli altri riescono a sparire e a dettare un contorno ai miei movimenti che non mi disturba per niente.

-Diagonali! Oggi voglio cambiare le coppie… - prende la cartellina in cui si è scritta i nomi, lei è sempre professionale. –Alice e Mike, Garrett e Kate, Eric e Jessica, Angela e Laurent, Bella e Edward, Monique con James.. – lei continua ma io mi fermo dall’ascoltare. Ho capito bene? No dai! Non può essere vero!

Io ed il mio attentatore?!

Mi sembra una barzelletta.

Sbuffo sonoramente mentre mi avvio all’angolo della sala e quando si affianca noto la sua espressione diventare tesa e a tratti incomprensibile, sembra addirittura che sia dispiaciuto.

-Prof Hale…le chiedo cortesemente se è possibile cambiare la mia coppia…va bene chiunque, addirittura James – sanno bene quanto sia poco partecipativo alle volte e questo è motivo di distrazione per la propria partner –Ma non Edward. Ha tentato di farmi fuori in sala classico oggi! – una risata generale si placa quando lo sguardo furente di Rosalie si posa su me e poi su Edward. Bene. E pensare che volevo solamente fare un piacere a tutta la classe.

-Dal momento che abbiamo intenzione di farvi lavorare insieme per il resto dei mesi che mancano al saggio, dubito che vi cambierò di coppia. Dovete iniziare a prendere confidenza voi due. Nel saggio finale, strano ma vero, voi due avrete il pezzo principale di conseguenza….lavorerete insieme da adesso in poi. E’ chiaro il concetto Bella?



Questa decisamente è la giornata più brutta di tutta la mia vita.

Io e Cullen.

IO e stramaledetto presuntuoso, serial killer fallito, Cullen!

Non arriverò alla fine del corso!



Lo sento mugugnare qualcosa a bassa voce, ancora accanto a me in fila per le diagonali.

-Hai poco da lamentarti, figlio di papà! Che tu lo voglia o no questo è! Come vedi, neppure il tuo nome riesce in qualcosa come liberarti di me…e bada di non cercare di farmi fuori un’altra volta oggi o ti assicuro che la tua preziosa collezione di calzemaglia la ritroverai disseminata nel cortile tagliuzzata come coriandoli di carnevale…e ti toccherà fare classico in mutande! – gli dico con gli occhi ridotti a due fessure e la voce bassa per evitare di dare spettacolo al resto dei presenti. Rivolgo lo sguardo all’angolo opposto della sala per concentrarmi e sento il suo fiato caldo sul collo e nell’orecchio, prima di percepire la sua voce roca e bassissima.

-Ti piacerebbe, eh Swan?! – mi prende in giro. Anche se questa volta ammetto che le immagini che mi si parano davanti sono ben diverse da me con le mani attorno al suo collo per strozzarlo o di me munita di cuscino per soffocarlo! No…ci sono sempre io, con le mani attorno a qualcos’altro! Eh no porca paletta!

Non ora!

-Avanti! – e tocca a noi. –Chassè, Chassè, Jeté, Pas de bourrée, Grand Jetè, Chassè , Battement fondu e Cambrè. - Rosalie snocciola i passi come se fossimo in una sala di classico, e per fortuna li ricordo tutti alla perfezione. Guardo verso Edward, che ha un sorrisetto beffardo sul volto e mi sale una rabbia mai sentita prima. Non arriveremo mai alla fine del saggio, uno dei due si ritirerà prima. O morirò per autocombustione!

Eseguo i miei passi, senza sentire nessuna connessione con il mio partner di scena, solitamente c’è uno sguardo prima, un segnale per partire, con lui no e non siamo minimamente sincronizzati. Quando io poggio i piedi a terra lui è ancora per aria e quando io finisco il mio Cambrè lui sta finendo il battement fondu.

Ritorniamo in coda alla fila, pronti per ripartire quando tutti finiscono.

-Certo che Rosalie vuole un sacco da voi, è la diagonale più cattiva di questi ultimi tempi! – mi mormora Alice dalla sua posizione. Scrollo le spalle, a me non fa differenza cosa faccio, ma stare in coppia con questo decisamente mi fa incazzare.

-Swan, vedi di stare attenta e partire con me ora, perché non ho intenzione di velocizzare i passi per raggiungerti al Cambrè, chiaro?

IO.QUESTO.LO.UCCIDO.

-Non è colpa mia se sei la peggiore persona con cui potevo fare coppia oggi, va bene? Cerca almeno di darmi un segnale! – dico ringhiando alla fine, siamo i prossimi.

-Avanti! – echecacchio! Ogni volta Rosalie sembra che lo dica a qualcuno dietro alla porta. Sto attenta ai segnali di Cullen e quando sento il cambio di ritmo della musica fa un segno con la testa e via, si parte. Ovviamente però ancora sbagliamo e questa volta è lui che anticipa.

Cinque volte la stessa diagonale, cinque volte sbagliata. Per un motivo o per un altro alla fine ci siamo ritrovati sfasati, mai perfettamente allineati, per nulla sincronizzati e questo l’ha fatto innervosire parecchio, lui che è sempre impeccabile.

Eh certo! Solo a lui!
A me no! Io sono la persona più tranquilla del pianeta in questo momento! Si certo!

Cazzo!

Ho il sangue che ribolle nelle vene, e sarei pronta ad esplodere…per non parlare del fatto che mi sorride con quel ghigno sarcastico e saccente che dovrebbe farmi imbestialire e invece mi fa bagnare le mutande! Mi eccita! E lo odio!

Ho un rapporto decente con quasi tutti i colleghi dei corsi, ma lui proprio non lo tollero. Quest’aria da presuntuoso ed egocentrico mi fa proprio girare le eliche! Che contorta che sono!

-Com’è che tu e Cullen non sembrate trovare un punto d’incontro neppure in sala? – mi chiede Kate prendendo poi un lungo sorso di acqua, abbiamo cinque minuti di riposo. Alzo le spalle guardando dall’altra parte della sala, lui se ne sta lì con gli avambracci poggiati sulla sbarra, il sedere leggermente in fuori ed il busto piegato in avanti, la testa poggiata sulle sue mani. Pare un Dio greco visto così. –Solitamente hai intesa con tutti i partner soprattutto qui dentro, e con lui manco una diagonale! Certo che sei sfortunata Bella! Arriverai al saggio con un livello di stress talmente alto che i tuoi capelli saranno elettrici! – le faccio la linguaccia e prendo posto seduta nel mezzo della sala, di fianco ad Alice.

-Allora ragazzi, oggi vi faremo ascoltare le musiche del saggio e vi parleremo di quello che abbiamo in mente. Come abbiamo anticipato prima Edward e Bella saranno la parte centrale e finale, appariranno due volte con due scene diverse da soli e una volta con il gruppo. Voi ragazzi invece apparirete in gruppo e a coppie, quest’ultima scena durerà circa una ventina di minuti e le coppie si susseguiranno sul palco in stacchi di un due minuti ciascuno fino a ritrovarsi sul palco insieme per l’ultima scena e poi lasciare il posto ai protagonisti. – pure al centro dell’attenzione, che fortuna!

Ci mancava solo questo.

Edward mi osserva dalla prima fila.

E’ inutile che mi guardi Cullen, tanto non cambia l’antipatia nei tuoi confronti!

Lascio vagare altrove lo sguardo, ed evito di ritornarci.

Quando Rosalie mi fa presente quali sono i nostri pezzi mi viene da piangere.

Le musiche sono bellissime e sono sicura al cento per cento che creerebbero tutti una coreografia meravigliosa adagiata su queste note, peccato doverle ballare con Edward. Se solo mi avessero dato l’opportunità di avere Garrett o Eric o Laurent. No…Edward.

Ma dovevo immaginarlo.

Già era una fortuna per me essere la protagonista del saggio, non potevo assolutamente pensare che il coprotagonista non fosse lui.

-Allora, qualcosa da aggiungere, domande? – alla voce di Emmett scatto con la mano alzata. –Chissà come mai, ma immaginavo che l’unica fossi tu, chiedi Bella! – non so perché, ma la domanda era nata nella mia testa così prepotente che mi faceva addirittura male. Ero una pazza.

-Posso rinunciare al mio posto e cederlo a qualcun’altra? – tutti mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite. Credono che io sia impazzita! E forse lo sono davvero. Nessuna ha mai rinunciato ad un’opportunità così grandiosa come essere la protagonista di un saggio, con uno come Cullen per giunta! Ero decisamente fuori di capoccia! Anche Edward mi guarda allarmato. Che c’è? Che ha? Perché sembra stupito e confuso e anche arrabbiato e preoccupato? E com’è che io riesco a leggerlo così bene?!

Eppure l’avevo domandato. Alice mi aveva pizzicato la gamba come per dirmi “Ma sei scema?!” ma io non l’ho calcolata. Andavo avanti per la mia strada, come al solito.

Lavorare con lui sarebbe stato un suicidio e aveva ragione Kate, non sarei arrivata al saggio finale con la calma e la tranquillità che serviva per affrontarlo e per mettersi di fronte ad un pubblico. Non ero nella condizione per farmi nuovamente ferire da persone come lui, per cui, era meglio rifiutare e cedere il posto. La fortunata sarebbe stata qualcun’altra e io avrei fatto parte del gruppo, mi sarei accontentata. Se già non eravamo capaci di svolgere in sintonia una diagonale come quella di oggi, come potevamo pretendere di affrontare centinaia di persone, i riflettori, l’ansia, e addirittura due atti di scena da soli? Impossibile.

-Bella..sei sicura di quello che dici? Forse è il caso che ci rifletti bene, perderesti una grande opportunità! – scrollo le spalle.

-Non siamo riusciti a portare a termine una diagonale correttamente, come potete pensare di metterci su un palco e darci due scene? Due intere scene incentrate su di noi…è impensabile davvero!

-Non siamo andati a tempo solo perché tu non hai senso del ritmo scema! – ed ecco che iniziavano le offese. Avanti Bella, incassa un altro colpo.

Non ti piegare alle sue umiliazioni pubbliche.

Sei più forte di così!

-Ecco, un motivo in più! Anche se non sono scema e se il mio senso del ritmo è ottimo…farei fare una pessima figura al coprotagonista...Perché non ho voglia di ballare con lui e non mi impegnerei! – Alice mi da un altro pizzicotto.

-Ci sono altre domande? – sbotta Rosalie cercando a stento di mantenere la calma. Tutti scuotono la testa ed io sbuffo già sapendo cosa succederà. –Bene allora ci vediamo domani alla stessa ora! Grazie a tutti. – niente balletto, niente prove, niente coreografia. Solamente diagonali venute uno schifo e l’ascolto di musiche deliziose, ma che non mi hanno permesso di sfogarmi. Come giornata direi che è stata traumatica al punto giusto. Mi alzo da terra con un sospiro di frustrazione, è evidente che Rosalie non ha intenzione di cambiarci e quindi ci toccherà andare avanti in questo modo.

-Bella, Edward! Fermatevi qui per qualche minuto, ho bisogno di parlare con voi!

Rettifico.

Non è ancora il punto di fondo giusto per il mio amaro destino.

Ci deve essere ancora altro, per fare della giornata un trauma al livello di non ritorno.

Vedo Emmett che prende posto seduto sul pavimento e lo imito, portandomi più avanti rispetto alla mia postazione precedente, gli altri stanno uscendo dall’aula. Che fortuna sfacciata!

-Allora.. – anche Rosalie prende posto di fronte a noi, di fianco a Brandon. Edward era rimasto seduto e ben mi guardo dallo stargli vicino, credo che possano sedersi tra noi almeno cinque persone. –Decisamente voi due avete iniziato con il piede sbagliato. Non so cosa sia successo, se ci sia qualche forma di attrito, qualche motivo di rabbia repressa, non lo so! E neppure lo voglio sapere! Tutto questo deve sparire, evaporare in un lampo a partire da oggi. Domani voglio vedervi in aula con la voglia di fare e fare bene, insieme. Capito? Non si cambieranno le coppie, non si cambierà nulla di ciò che è già stato deciso. Abbiamo scelto voi perché sembrate i più seri, i più concentrati, impegnati, dediti e tutto ciò fa di voi i migliori. A questo punto, possiamo anche parlare dei vostri allenamenti.

Incrocio le braccia al petto.

Sono all’interno di un incubo, lo so!

La vita non può essere tanto crudele dai!

Io e Cullen.

Ci uccideremo a vicenda.

Ci distruggeremo.

Il saggio sarà il ring di questa lunga agonia che durerà mesi!

Devo tirare fuori i miei guantoni da boxe!




Edward pov.



Stamattina quando mi sono presentato in aula da Black, non credevo di trovare solo lei.

Solitamente sono sempre in ritardo e quando apro la porta sono già tutti in posizione per cominciare, manco solo io. Oggi invece ho puntato la sveglia prima e sono addirittura in anticipo. Come lei. Lei è sempre in anticipo alle lezioni. Ritardataria su tutto il resto, ma in aula sempre la prima. E’ come se si svegliasse con la voglia di indossare leggings e maglia deformata e scendere qui in gran fretta.

La osservo con un dolce sorriso sulle labbra, quello che ormai spunta ogni dannata volta che la guardo e lei non mi può vedere.

E’ seduta a gambe distese, il busto rigido, cuffiette nelle orecchie e scende piano a modellare la schiena parallela alle sue gambe. E’ flessibile e snodata, si piega e si muove con una grazia impressionante per una come lei. Anche se la prendo in giro, anche se le parlo poco, anche se non le faccio mai un complimento...lei è bravissima. Non si è accorta di me, così chiudo la porta e me ne sto fuori ad aspettare gli altri, fingendo che dentro non ci sia nessuno, che io non abbia visto che lei sta lì a riscaldarsi per la lezione.

Lei.

Isabella Swan.

Bella per tutti.

Odia il suo nome di battesimo, ma in realtà è dolcissimo e suona meraviglioso tra le mie labbra.

Già, troppo meraviglioso, soprattutto in certi momenti.

Dio non posso pensarci ora! C’è tutta la mattinata davanti!



La lezione del professor Black passa in un attimo, ho poco tempo per concentrarmi sulla mia ballerina preferita, perché è alla mia sinistra, nascosta da James.

Stamattina quando mi sono svegliato ho detto a me stesso “Oggi le parlerò! Devo farlo! Anche solo per dirle ciao, ma devo provarci!”. Non sono timido, ma temo la sua risposta. Qui dentro è una delle più brave del corso, se non la migliore ballerina anche se non si vanta mai e se lei crede di non essere all’altezza alle volte, e non ha mai litigato con nessuno o tenuto un comportamento scorretto. Non esce a far baldoria la sera, preferisce starsene in camera a leggere un bel libro, o nella terrazza del palazzo a guardare Seattle illuminata di notte. L’ho spiata molte sere, e non sapevo decidere se lo spettacolo più bello era lei con la sua espressione serena e rilassata sul volto o Seattle a farle da cornice. E poi, per scaricare la tensione della giornata, mi mettevo in sala a fare qualche passo, ripassare le coreografie della settimana o inventarne qualcuna su un ritmo che mi aveva colpito. Passavo ore in aula, per poi crollare esausto a letto e non avere il tempo di pensare che avrei voluto ci fosse lei con me.

La pausa pranzo come al solito è sacra. Libro e pasto consumati fuori in giardino, di lei ovviamente neppure l’ombra. Sarà di sicuro sul terrazzo a rilassarsi e questo mi fa desiderare di raggiungerla e rilassarla a dovere, come piace a me.

Arrgg!

Da quando la conosco occuparmi di me stesso è diventato lo sport preferito del tempo libero. Maledettissimo me!



Quando miss Denali ci ferma per la quinta volta credo di fare fumo dalle orecchie.

Oggi è più stronza del solito con Swan. La riprende in modo ossessivo, sembra che sia invidiosa e gelosa di qualcosa, sembra che si sia accanita in questo modo solo con lei, quando anche Monique è fuori tempo. Gli specchi ci permettono di vederci l’un l’altro ed io sono fortunato ad essere alla sinistra di Swan, perché attraverso i buchi delle persone di fronte riesco a vedere come si muove. E’ vero, non è molto a tempo, ma chissà come mai solo a questa lezione. Probabilmente l’odio di miss Denali è reciproco.

E credo di odiarla pure io quando ci fa ripetere tutto daccapo.

Respiro profondo. Via!

A fine lezione ho una rabbia spaventosa che mi sale da dentro, e mi lascio scappare quella frase solo perché non posso rivolgermi alla Denali, ma non penso davvero quelle cose di Bella. Lei però mi sente e sbatte la porta, lasciandomi un senso di colpa addosso che non credevo possibile.

Chissà dove va di fretta ogni volta?!

Non ho il tempo di pensarci oltre che apro la porta dell’aula di classico e noto Hale vicino a Bella, troppo vicino per essere un professore. E mi incazzo.

Che diavolo ci fanno così vicino? Lui non può! Lei..lei non si tocca. Solo io…

Solo io cosa Cullen?! Ti rendi conto che sei un deficiente si?!

Ma si dividono e stranamente Swan non arrossisce come al solito, segno che non si trova in imbarazzo. Quindi forse…non abbiamo interrotto nulla, giusto?

Anche se la cosa mi fa ribollire il sangue più di quanto devo.

Lei mi ignora sempre, io faccio la stessa cosa.

Lei…lei….sempre lei! Uff. La mia testa immagina sempre lei in ogni momento della giornata. Nel letto, appena sveglio, sotto la doccia, nel letto prima di dormire…SEMPRE!

Oggi Hale ha voglia di cambiamenti. Alla sbarra ci divide e ci alterna maschio-femmina e così via. Capito dietro a Swan.

Oggi è il mio giorno fortunato.

Eseguo tutti gli esercizi restando concentrato e mantenendo lo sguardo fisso sulle spalle e la testa di Bella, per non scendere oltre e mandare la mia mente da un’altra parte e l’amichetto lì sotto in alzabandiera!

Preso lo stesso da questi pensieri forse mi sono deconcentrato, perdo l’equilibrio e devo rimettermi in posizione prima che Hale se ne accorga. Non posso assolutamente fermarmi, non posso mostrarmi non attento o con la testa fra le nuvole, meglio dire sulla persona che ora sta dietro di me e fa finta di non ammirare il mio sedere. Swan, ti vedo dallo specchio, non mi freghi!

La sento che mi chiama, ma la ignoro.

Come ogni volta.

Non voglio che gli altri pensino che parlo con lei. Tutti pensano che ci odiamo, forse è meglio che continuino a pensarla così. Non so perché continuo a comportarmi in questo modo maleducato e da stronzo, ma penso che sia naturale. Forse sento la competizione. Non so. So solo che la ignoro e porto la gamba indietro, alzandola con uno slancio molto forte.

E la colpisco.

Sento benissimo il mio piede che si scontra con la sua mandibola.

Sento perfettamente anche attraverso la musica il suo ringhio di dolore.

Oddio, ringhia!

Questa ragazza ha emesso un ringhio che mi ha colpito direttamente le parti basse!

Oddio le ho fatto male.

Tutti corrono di fianco a lei, distesa a terra con le mani che tengono la parte dolorante.

Signore cos’ho fatto?! Ti prego ditemi che sta bene!

-Swan, tutto bene?! – le chiede Hale, piegandosi su di lei. Troppo vicino, Hale, troppo!

-Tutto bene sta cippa! – dice con voce dura e incazzata –Stavo appunto avvisando Cullen che era troppo vicino, professore! Ma puntualmente vengo ignorata! –Ecco perché mi stava chiamando. Lei si era accorta che mi ero mosso dalla mia posizione, aveva già capito che probabilmente eravamo troppo vicini. Sono un coglione. Un coglione patentato!

Vorrei abbracciarla e prendermi cura di lei, chiederle scusa fino allo sfinimento e riempirla di baci, assicurarmi che non le venga un livido su quel visetto d’angelo che si ritrova.

E invece sto zitto. Sto fermo. Con lo sguardo semi-terrorizzato.

Spero di non averle fatto davvero troppo male.

E mi sento il coglione numero uno sulla faccia della terra!

-Ti porto in infermeria, voi non fate baccano, torno tra poco… - Hale cerca di tirarla su, ma lei si scosta bruscamente e lo ignora con la faccia ferita e arrabbiata. Sembra una iena ed è ancora più bella con gli occhi che si illuminano di rabbia. Anche se questa è indirizzata a me ed al mio comportamento infantile e maleducato.

-Grazie professore, ma credo di farcela da sola! Non vorrei che la gente pensasse che tra me e lei ci sia qualcosa di losco, solo perché mi accompagna in infermeria e vengo a vederla ballare prima della lezione! Santi numi che male! – Esclama andandosene e il mio cuore riprende a battere normalmente. Se ha voglia di usare il sarcasmo vuol dire che non sta poi così male e sinceramente, dovrei anche ringraziarla di avermi tolto l’immagine di lei e Hale dalla testa, era troppo insostenibile.

La lezione riprende normalmente, ma vedo che Alice controlla spesso l’orologio sopra la parete, di sicuro si chiederà quando può andarsene per raggiungere Bella. Quelle due sono inseparabili. Anche se lo stesso pensiero ce l’ho pure io…vorrei raggiungerla in infermeria e chiederle come sta, accarezzarla, tenerla tra le braccia….Gesù! Ma che pensieri faccio?!

A fine lezione Hale mi ferma per chiedermi la dinamica dell’incidente di poco prima, così con voce affranta glielo spiego. Cercando di mascherare il desiderio che ho di correre da lei.

Lei…ancora lei. Il mio tormento.

-Bene..è stato solo un incidente e provvederò ad assicurarmi che Swan stia bene, così da avere il cuore in pace. Andiamo. Ti accompagno da Emmett e Rosalie! – ho lo sguardo basso mentre camminiamo per il corridoio, non riesco a non sentirmi in colpa. Spero di non averle fatto troppo male. Spero che accetterà le scuse che voglio porgerle e che mi lasci accarezzare dolcemente la sua pelle, che mi lasci baciarla. Ma so che è impossibile. Credo che potrebbe staccarmi la testa a morsi! Anche se la sua bocca la vedrei bene più sotto, molto più sotto a…CULLEN! RIPRENDITI SANTO CIELO!

Sono tutti seduti a terra quando arrivo, anche lei è nel mucchio, mormorano a bassa voce nell’attesa che i professori inizino a fare lezione.

Mi preparo ma sono assente, guardo la scena come se fossi lontano, perché non sento le voci, vedo solo lei. Bellissima come sempre, arrabbiata come poche volte l’ho vista.



Oggi decisamente il destino ha deciso di aiutarmi.

Volevo parlare con Swan. Non è andata come credevo, ma siamo in coppia per il saggio finale, almeno fino a che lei non farà qualcosa per cambiare le cose. Già averlo detto a Rosalie ed Emmett davanti a tutti non mi ha messo nella prospettiva di star tranquillo. Così siamo arrivati fino ad ascoltare quei due che parlano dei nostri allenamenti.

-Da domani vi alzerete due ore prima del solito e prima di andare a lezione da Black verrete qui, ci sarò io a farvi riscaldare i muscoli e a rinforzarli. Non solo, inizieremo a montare i primi pezzi di coreografia già da lunedì, Rosalie ci raggiungerà venerdì, in queste mattine non può liberarsi dagli impegni. Poi seguirete tutte le vostre lezioni e quando avremo finito queste ore…resterete qui con noi. Se volete allenarvi per i fatti vostri, insieme, potete utilizzare quest’aula, fino alle undici di sera. Dovete assicurarvi una bella dormita per essere in forze. E’ tutto chiaro? – In sostanza vivrò in simbiosi con Swan per tutti i giorni fino al saggio.

-Volete anche che facciamo colazione allo stesso tavolo, pranziamo insieme, ci reggiamo la carta igienica quando andiamo al bagno?! – sbotta lei al mio fianco. E mi scappa da ridere per il tono irritato e scontroso con cui pone la domanda perché, fa ridere davvero.

-Se serve a trovare un affiatamento si! – le risponde Rosalie.

-Non so davvero com’è possibile che voi due non andiate d’accordo! Eppure sul palco fareste faville insieme! Ogni cosa che avete uno contro l’altro deve essere dimenticato fino al saggio….okay?! – annuisco e mi volto a guardare Bella che ha le braccia incrociate sul petto e mi guarda con sguardo di sfida.

-Oggi…quello! – mi indica con il pollice –Ha cercato di farmi fuori! E voi volete farci ballare insieme? – scoppio a ridere.

-Dai Bella…vedrai che non sarà così male, potremmo addirittura divertirci... – non so come cavolo fa ad uscirmi un tono così dolce, ma lei strabuzza gli occhi.

-Oh vedo già che iniziamo bene! Perfetto! Allora adesso noi andiamo, ci vediamo domani…voi invece resterete qui a provare la diagonale, finchè non esce con i fiocchi, chiaro il concetto?! – sto odiando questa frase. Bella sbuffa ma annuisce e si stende sul pavimento, tirando una gamba a se per fare dello stretching.



La osservo per cinque minuti abbondanti, ma lei se ne sta lì, ferma in quella posizione ed è bellissima. E’ davvero mostruosamente bella. I capelli sono ancora raccolti in uno chignon un po’ disfatto per colpa della giornata infinita, l’abbigliamento è un pochetto stropicciato e le labbra inferiori sono racchiuse tra i denti. E’ una meraviglia. Ed io so di essermi invaghito di lei, dannazione. So che potrei avvicinarmi a lei gattonando, intrappolarla tra le mie braccia e farle urlare il mio nome tra i gemiti. Lo so, lo farei. Probabilmente però poi mi troverei con qualche organo decurtato!

-Pensi di alzarti da lì o…no? – chiedo, tendendo le gambe davanti a me e poggiando i palmi leggermente più indietro. Non posso smettere di guardarla. E sento un caldo nel petto che mi fa sorridere. Quanto vorrei….quanto vorrei che non ci fosse questo odio tra di noi. Poterla baciare, poterla abbracciare, accarezzare…sentire il suo profumo, fare la doccia con lei…Dio!

-In questo momento sto riflettendo su quale modo sarebbe più veloce per farti fuori e nascondere il tuo corpo. – rimango sorpreso dalle sue parole e un po’ preoccupato. Poi scoppia a ridere. –Sto scherzando Cullen, scherzo! Rilassati! Si sente che sei teso fino a qui… - e ride scuotendo la testa. –Ora mi alzo, sono solo un po’ stanca…! – la posso capire, sono stanco anche io.

-Va bene…cinque minuti e poi ci rimettiamo al lavoro! – dico, stendendomi e chiudendo gli occhi anche io.



Più tardi, senza musica e con le gambe doloranti, siamo ancora lì a provare le diagonali.

-Ti…ti rendi...conto che…sono le nove e mezzo…e non…non abbiamo…cenato? – mi chiede reggendosi alla sbarra dove sono appoggiate le asciugamani e le borse. Guardo l’orologio ed effettivamente vedo che ha ragione. E’ stremata poverina ed io non me la sento di farla continuare.

-Che ne dici se...riprendiamo domani? Oggi siamo stanchi e in più...tu devi mettere del ghiaccio sul volto o si gonfierà di più! – allarmata si gira verso lo specchio.

-Oddio! Si è gonfiato?! Oddio sembro un mostro! – dice, quando in realtà è bellissima. Ha i capelli che scappano dal fermaglio, la maglia leggermente salita a mostrare la pelle della pancia e i fianchi magri, i leggings così stretti mostrano le sue gambe lunghe e snelle e muscolose e quel culo paurosamente attraente e sodo…Cazzo devo calmarmi! Il suo sedere è il mio punto debole. Non ne ho mai visto uno così…così perfetto, e vorrei disperatamente sentirne la consistenza sotto la pelle.

Si devo calmarmi!

-Non…ehm...Non sei un mostro. Sei sempre bellissima… - mormoro piano -Bella…mi dispiace per oggi, non volevo colpirti. Non mi ero accorto di essere venuto più indietro. – scrolla le spalle.

-Non ti preoccupare, la prossima volta mi faccio mettere da un’altra parte, così non devo preoccuparmi di fare attenzione al tuo equilibrio precario! – mi scocca un’occhiataccia e raccoglie le sue cose.

Non sono pronto a lasciarla andare.

-Scusa, davvero…senti…siccome gli altri avranno già mangiato e…invece noi…ti va una pizza? Così per farmi perdonare… – mi guarda come se avessi al posto della testa una scatola gialla da cui esce un clown a molla.

-Mi prendi in giro?

-No…cioè…

-Mi ignori per tutti questi mesi ed ora fai il carino solo perché mi hai distrutto la mandibola e perché dobbiamo lavorare insieme?

-No! Giuro…non solo per questo…

-E allora per cosa? Non sono stupida Edward.. – oddio! Il mio nome sulle sue labbra. E’ fantastico sentirla chiamarmi per nome, sarebbe bellissimo sentirla quando lo urla o geme mentre sono dentro di lei, mentre la accarezzo….ODDIO! Devo smetterla. Eppure, è così bello…

-Dillo ancora… - mormoro, e lei mi guarda inorridita.

-Cosa? – sorrido estasiato.

-Il mio nome...dillo ancora!

-Sei scemo?

-Lascia stare… - mi riscuoto, capendo la figura di merda che ho fatto. –Io…io...devo andare. Scusa! Ci vediamo domattina.. – biascico.

Corro veloce alla mia stanza e mi ci chiudo dentro, lanciando la borsa per terra e togliendo i vestiti ad una velocità pari a quella di flash! Mi infilo sotto la doccia gelata e spero che mi aiuti a cacciare via i brutti pensieri. Non ceno neppure, farò una buona colazione domattina, ora ho solo voglia di addormentarmi e non pensare a questa assurda giornata.



Quando la mattina seguente mi trovo in aula con Emmett e Bella, mi sento riposato anche se teso come una corda di violino. Noto bene che lei invece è imbarazzata, l’ho salutata appena sono entrato, come sempre lei è in anticipo. Ha mugugnato un “buongiorno” striminzito ed ha cominciato a riscaldarsi. Emmett ci ha fatto lavorare sui muscoli, ha detto che prima di montare certi pezzi della coreografia dobbiamo essere in grado di avere resistenza e forza, probabilmente ci saranno delle prese da fare, prese complesse. Io e Bella non parliamo. Non per questo però non posso guardarla. Mi distraggo facilmente oggi, lei è troppo bella. Non ha un filo di trucco, la maglia è più lunga del solito, le copre il sedere e sembra almeno due taglie più grande della sua, le lascia anche una spalla scoperta. I capelli sono raccolti in uno chignon alto ed ha gli occhi arrossati già di prima mattina. Ma è bellissima e vorrei tanto farglielo capire. Non ha più gonfiore e noto con piacere che la macchia dove dovrebbe esserci il livido, per fortuna, non è né troppo estesa né di colore acceso.

Quando le due ore passano, in silenzio raccogliamo le cose e ci avviamo in aula da Black, non le parlo, ho troppa paura di incrinare ancora di più la situazione e sinceramente, non me la sento proprio. Quando sta per iniziare la lezione mi volto verso di lei e la scopro ad osservarmi. Già...è una bella sensazione avere il suo sguardo addosso.

E’ così che passano anche le altre ore di lezione, durante la pausa pranzo, causa pioggia lei non può uscire né salire sulla terrazza, per cui rimane nella mensa e gesticola e chiacchiera con Alice in modo vivace, anche se con il tono basso. Maledetta quella volta che non ho imparato a leggere le labbra. Potevo sapere cosa dicevano, se parlavano di me.

Perché dovrebbero parlare di me?

Io non sono il centro del mondo.

Giusto…loro non stavano parlando di me.

Quando è il momento delle diagonali con Emmett e Rosalie noi siamo i primi a svolgerle, vogliono vedere se siamo migliorati, ma osservarla prima di partire non è stata una cosa buona per me, perché ho notato come si mordeva il labbro inferiore e il sangue è corso tutto in una parte del corpo. Ho ringraziato i pantaloni larghi che ho deciso di indossare dopo classico ma questo incidente mi ha deconcentrato.

-Scusa...Mi sono perso un attimo…- le dico a bassa voce quando torniamo in fila. Lei arrossisce ed annuisce in silenzio. Che le prende?

Quando tocca a noi di nuovo le domando “Pronta?!” lei annuisce sorridendo appena e ripetendo i passi a voce alta, lei mi segue.

-Bene! State facendo dei passi avanti, fermatevi dopo la lezione… - ci evitano le altre tre prove normali e ci lasciano riprendere fiato. Probabilmente perché lavoreremo più degli altri.

-Edward.. – guardo il resto del gruppo portare a termine l’esercizio, da bordo sala e lei mi osserva con lo sguardo dispiaciuto. Cerco di fare finta di nulla, quando vorrei essere solo me stesso e agire per come mi pare. Solo che non so quanto sarei apprezzato da lei e dai nostri colleghi, ora vorrei solo baciarla. –Ieri...ho detto quelle cose ma…scusa…si insomma. Tu sei sempre così…freddo e distante e…non so…

-Ehi voi due! Ci siete? Ho detto in centro! – sbuffa sonoramente mentre si dirige al centro ed io la seguo.

Che voleva dirmi?

Non abbiamo avuto il tempo di parlare fino a quando Emmett e Rosalie non ci hanno lasciati alle sette e mezzo. Siamo stanchi morti, talmente tanto che siamo entrambi sdraiati sul pavimento dell’aula.

-Ho fame, ma non ho la forza di arrivare fino in camera mia… - ridacchio e mi trovo d’accordo con lei.

-Neppure io…secondo te ci arriviamo strisciando?

-Ci sono le scale Edward!

-Già…Ehi…che ne dici se chiamiamo la donna delle pulizie con il carrello per le lenzuola e ci porta su con l’ascensore di servizio? – scoppia a ridere e si volta verso di me.

-Non ti credevo così simpatico.

-Io si…

-Che vuol dire?

-Nulla.. nulla! – mi affretto a dire.

-No dai…dimmi..

-E’ che…io ti osservo e.. si insomma…- mi sono perso, mi sono andato a ingarbugliare in qualcosa di assurdo. Non dovevo iniziare così il discorso.

-Mi osservi?

-Si..

-Che vuol dire?

-Lascia stare! E’ meglio andare a riposarci… - mi alzo di scatto, con un’energia ritrovata, lei però è più veloce e mi tira per un braccio, facendomi ricadere a terra, il dolore al sedere è tanto.

-Che vuol dire? – sibila.

-Che ti guardo, ti osservo, ti seguo. Vedo quando vai sul tetto, quando leggi, quando arrossisci…noto tutto Bella. Ti osservo. – le dico a bassa voce ormai rassegnato a scoprirmi del tutto, o quasi.

-Sei uno stalker? – scoppio a ridere. –Non me ne frega nulla che i tuoi sono i proprietari della baracca io ti denuncio! Come fai a sapere che vado sul tetto? Mi segui! Oddio mi segui! Osservarmi vuol dire che mi segui! Oddio! Sei uno stalker!

-Sei pazza! Sei pazza! – rido. –Solo tu! Solo tu puoi pensare una cosa del genere… - mi guarda sorpresa e inorridita. –Ti guardo e ti seguo perché non riesco a toglierti gli occhi di dosso, perché sei bella, perché il tuo corpo mi accende, perché vorrei prenderti e farti mia in ogni momento libero! Ho sognato ad occhi aperti molte volte di portarti nel bagno e farti sedere sul lavandino, toglierti questi maledetti cosi che porti tutti i giorni e affondare dentro di te mentre ti dico che sei bella, che sei meravigliosa e che mi fai impazzire! – ormai sono schiacciato su di lei, entrambi con il fiato corto e gli occhi uno dentro gli altri. Sento tutto. Sento il calore della sua pelle, le dita sul mio braccio, gli occhi fissi nei miei. Percepisco il suo tremore. Ha paura…forse ha paura di me. Ma non riesco a fermarmi. E il suo corpo è meraviglioso sotto il mio. Perfetto.

-Edward… - dice con voce debole.

-Mi sono comportato da stronzo e ti ho evitato solo per non fare quello che mi passava per la mente. Solo per non prenderti e rinchiuderti nella mia stanza finché non ero assuefatto da te, dalle tue mani, dal tuo profumo, dalla tua pelle…non puoi…non puoi capire….- mi stacco velocemente e mi alzo all’in piedi. Sto sbagliando ogni cosa. Ho fatto una cazzata.

Devo andarmene.

Recupero le cose velocemente e scappo letteralmente dall’aula. In un attimo sono già su dalle scale.

Ho fatto una cazzata.

Ho compromesso tutto.

Anche se i suoi occhi non mi dicevano disgusto io ce l’ho letto. Anche se le sue mani stringevano i miei avambracci era come una pugnalata. Dovevo andarmene.



Non ho cenato. Ovviamente lo stomaco era chiuso ed anche se dovevo rimettermi in forza non volevo assolutamente rischiare di trovarla da qualche parte. Ho fatto una doccia e mi sono messo a letto a leggere, cercando di sviare la mente. Peccato che i pensieri tornassero tutti su di lei.

Dannazione.

Era bello averla sotto di me, con il suo corpo schiacciato contro il mio. Non devo pensarci. Non ora. Eppure..il suo seno contro il mio petto. Le sue gambe che sfioravano le mie, i nostri bacini uno contro l’altro. Dio…mi sto eccitando!

Toc. Toc.

La porta?!

Adesso?

Guardo l’ora ed è mezzanotte e mezzo. Devo aver sentito male.

Toc. Toc.

No. Non ho sentito male.

Chi cavolo è a quest’ora?!

Mi alzo, per fortuna la luce della piccola lampada soffusa che ho sul comodino per leggere illumina il letto e la stanza in modo soft ma permette anche di non inciampare. Mi avvicino alla porta e a voce bassa chiedo “Chi è?!” non voglio svegliare tutti.

-Bella… - risponde lei a voce bassa e incerta. Bella?! Qui? A Mezzanotte e mezzo?! Sto sognando.

-Bella?! – chiedo allora a bassa voce, sorpreso.

-Si sono io! Apri la porta o qualcuno mi vede! – giro la chiave e lei entra velocemente con un sacchetto tra le mani, la chiave della sua porta attaccata ad un peluche e il cellulare. Lancia tutto sul letto.

-Che ci fai qui? – lei incrocia le mani sul petto.

-Te ne sei andato prima! – parliamo ancora a voce bassissima, chiudo la porta a chiave. Non voglio che qualcuno ci scopra.

-Si…lo so… - passo una mano tra i capelli, imbarazzato. –Mi dispiace, contavo di...chiederti scusa domani…

-Perché?

-Perché cosa?

-Perché mi volevi chiedere scusa? Perché è tutta una presa in giro? Ti sei messo d’accordo con James per farmi uno scherzo? – la guardo confuso.

-No…no...no...cioè...che c’entra James? – lei alza le spalle come a dire “non lo so, dimmelo tu!” –Oh signore! NO! Bella…ciò che ho detto è…vero…tutto vero. Volevo scusarmi per ess – ma non riesco a finire, perché le sue labbra sulle mie me lo impediscono. Apro gli occhi di scatto ed i suoi sono chiusi. Le mani attorno al mio volto, le mie impietrite contro il corpo. Gesù…la sto baciando! Anzi è lei che bacia me! ODDIO! Grazie Gesù!

Dopo un attimo di smarrimento mi riprendo e le mie labbra si schiudono riuscendo a intrappolare uno dei suoi e lo succhio. Dio che sapore buono che ha!



Non so in che modo. Non so come. Non me lo ricordo. Ma lei è finita contro la porta, con le gambe attorno al mio bacino ed io la sorreggo, una mano sul suo sedere e l’altra sul seno senza maglietta già a terra da un bel po’.

Culo fantastico. Il migliore al mondo!

-Letto.. – biascica tra i baci mentre le sue mani tentano di tirare via la mia maglia, inutilmente. E’ incastrata sotto le sue gambe. –Edward…letto! – mi dice ancora ed io è come se mi risvegliassi.

-Oddio! Oddio…Bella…ferma...che...che...stiamo facendo? – Mi stacco dalle sue labbra, ma lei non si stacca da me e continua a baciarmi il collo, con i denti che mordono e la lingua che lecca.

-Shhh…Parla piano o ci sentiranno!

-Bella...che stiamo facendo? – la reggo ancora, anche se ho gli occhi chiusi perché inizia a sfregare il suo centro contro la mia erezione. Oddio………!! –Oh…Bella.. – non la chiamo più, non cerco di staccarla da me e di ragionare, è proprio un gemito. Vaffanculo razionalità!

-Letto, Edward…Letto! – mi muovo dalla posizione staccandola dalla porta e avvicinandomi al letto, mentre lei è impegnata a mordermi la parte di collo sotto l’orecchio, è meraviglioso.

Lancio per terra tutto ciò che disturba e la lascio in modo che si stenda, poi mi tira verso di lei afferrandomi la maglia.

-Bella… - sto per chiederle se è sicura di come stanno andando le cose, ma lei mi ferma anticipandomi.

-Shhh…Fai quello che mi hai detto prima in aula, su quel pavimento…voglio che mi spogli, che mi tocchi, che le tue mani mi facciano perdere il senno. Voglio sentire la tua pelle nuda a contatto con la mia. Voglio che ti perdi dentro di me fino a non avere fiato….fai tutto ciò che mi hai detto prima…fallo!- Io perdo la ragione alle sue parole e lei riprende a baciarmi e questa volta la maglia vola via in un secondo. Non so in quale momento la seguono anche i pantaloni di entrambi. Lei resta in intimo di fronte a me ed è bellissima. Si tira su per slacciare il reggiseno e lo lascia cadere per terra, mentre io fisso spudoratamente i due bottoni rosa che spiccano sul suo petto. E’ meravigliosa. Mi piego velocemente per prenderli tra le labbra e appena inizio a succhiare le unghie delle dita di Bella mi graffiano le spalle e la testa, mandando troppo sangue alla mia asta e facendomi scappare un gemito, uguale a quello che si leva dalla sua bocca. Le mie mani corrono ad accarezzarle la pelle di seta dei fianchi, mentre mi perdo in quelle due colline deliziose e quando alza una gamba e la struscia contro di me, capisco di non poter più aspettare. Mi spingo giù, in mezzo alle sue gambe e le sposto gli slip per inebriarmi del suo profumo e per assaggiarla. Le tengo il bacino con un braccio e quando con la punta della lingua accarezzo il clitoride geme più forte e si muove come per cercare un contatto più approfondito. Salgo su verso di lei per baciarla, mentre le mie mani si occupano di toglierle quell’ormai inutile pezzo di stoffa.

-Shhh bambolina o ci sentiranno tutti… - sorrido. Lei è la mia bambolina. Lei...lei è qui. Oddio ancora non ci credo! Accarezzo il suo centro lentamente, è già molto bagnata e un dito scivola dentro senza forzare, seguito subito da un altro. Una serie di gemiti deliziosi mi riempie le orecchie riempiendomi di un orgoglio sconosciuto mentre mi muovo dentro e fuori da lei, mentre le mie dita le danno piacere. Riesce a mantenere un tono basso, e mi sorprendo di sospirare e gemere anche io, seguendo lei perché i suoi sospiri e i suoi gemiti rochi e sussurrati mi stanno mandando in tilt.

-Anche…ohh…anche io voglio…oh si si… toccarti Edward… - di nuovo il mio nome sulle sue labbra. Ed è esattamente ciò che serviva per mandarmi definitivamente il cervello in ferie e far agire le mie parti basse. Il mio nome…è estremamente sensuale e eccitante detto da lei.

-Toccami...spogliami e toccami…voglio…voglio sentire le tue dita su di me… – non la bacio, voglio sentire i suoi gemiti, le sue parole, finché continuo a darle piacere. Perché mi eccita la sua voce, mi eccitano i suoi sospiri. Con fatica riesce a scalciare via i boxer lontano da noi e con un dito parte dalla bocca per scendere giù lentamente ed accarezzarmi l’asta. ODDIO! SI! In un secondo le posizioni sono invertite, le mie mani non sono più dentro di lei, ho perso il contatto nel momento in cui con uno scatto si è portata sopra di me. Io non mi rendo davvero conto di come questa ragazza abbia le facoltà di mandarmi in fuori fase così velocemente senza farmi capire nulla. Forse sono drogato?! No...ti prego. No! Voglio ricordare tutto domani. Voglio ricordare il suo corpo sotto la luce della lampada, i suoi occhi brillanti, i capelli sparsi sul mio cuscino e la sua pelle morbida e il sapore delle sue labbra. Si siede a cavalcioni su di me e scende, scende, con le mani e con la lingua disegna un percorso su di me fantastico, che mi lascia completamente senza fiato e che non mi permette neppure di gemere. La parte più difficile però è trattenersi quando mi prende in bocca. Quando la lingua mi accarezza la punta e poi la fa scivolare dentro la sua bocca succhiando debolmente, quasi pigramente, per poi iniziare a scendere piano, lenta, come se centimetro dopo centimetro ne tastasse la consistenza. Sembra fatta per me. Così calda. Così pronta per accogliermi.

Quando arriva alla fine della mia erezione rilascia un gemito profondo e sfrega il suo centro nudo sulla mia coscia, facendomi percepire quanto è bagnata, quanto la ecciti darmi piacere. E inizia a muoversi, su e giù, con quei gemiti che mi mandano in orbita e il movimento del bacino sulla mia gamba; ed aumenta il ritmo, su e giù, su e giù e sento la mia asta tendersi e ingrossarsi di più ad ogni movimento, sento i suoi umori sulla mia coscia e il profumo della sua eccitazione mi riempie le narici facendomi ringhiare di un istinto primitivo. Afferro velocemente il cuscino per portarlo davanti alla mia faccia e soffocare i gemiti troppo forti e mi sento già esplodere. Devo fermarla. ODDIO! NO! Come la fermo? Non posso…non posso è così…ODDIO!

-Bella…Bella…oh ti prego…ti prego rallenta…rallenta ti prego o vengo così...ti prego.. – non mi sono mai trovato a pregare qualcuna perché smettesse. Mai nella mia vita. Ora lo faccio perché voglio essere dentro di lei, voglio far durare a lungo questa cosa, voglio ricordarmelo domani e voglio che lei se lo ricordi. Per fortuna mi ascolta, la guardo e resto ipnotizzato. La sua bocca sale e scende, stringendo e succhiando e quando arriva in cima lecca dolcemente, come se avesse un gelato tra le mani. Come se sul cono ci fosse il suo gusto preferito: IO. NON riuscirò MAI più a mangiare un gelato normalmente. Sono deviato.

I suoi occhi sono delle calamite, rimango fermo a guardarli, mentre vorrei solo gettare la testa indietro e lasciarmi andare definitivamente. Ma mi guardano con piacere, con desiderio e quando sento che è di nuovo troppo le afferro le braccia con determinazione ma allo stesso tempo delicatezza e la porto su. Lei si stende su di me, ma non voglio questo.

-Vieni su…siediti qui… - le dico, indicandole il mio petto. Un lampo malizioso ed eccitato negli occhi le si accende e credo di avere lo stesso identico sguardo affamato e desideroso. Si avvicina e piazza le sue gambe attorno al mio volto, il suo centro sopra di me. Mi basta allungare la lingua…ecco così. E affondo in lei, assaggiando il suo sapore, portandola al culmine con la mia lingua che gioca con il suo clitoride. E’ deliziosa. Il suo sapore è il migliore del mondo e chiuderei gli occhi per godermi la morbidezza della sua pelle e il suo odore, ma voglio guardarla e rendermi conto che è reale. Si tappa la bocca con la mano, gettando la testa all’indietro. Ed io mi pento di non averla sdraiata per poter godere di questa visione paradisiaca.

La tengo stretta per i fianchi, per non darle modo di cadere all’indietro e quando sento il suo corpo smettere di fremere la sposto, mettendomi sopra di lei ed afferrando dal comodino un preservativo, che indosso mentre i suoi occhi mi bruciano la pelle.

-Sei bellissimo… - dice e spero che lo pensi nonostante tutto, a prescindere dal fatto che l’ho fatta venire nella mia bocca poco fa.

-Lo sei anche tu...sei bellissima. Sei meravigliosa… - la bacio dolcemente, ed è lei a guidarmi dentro di sé. Entro piano e quando ci sono affondo lentamente e fino alla fine. Devo respirare perché è talmente bello da lasciarmi frastornato.

-Lo…lo…senti anche tu?

-Cosa?

-Qualcosa di…strano tra noi?

-Si.. anche tu?

-E’ come…se…fossi…al posto giusto. – dice, con gli occhi chiusi e il volto abbandonato sul cuscino con un’espressione estasiata.

-Si…al posto giusto...tu…tu sei il posto giusto per me… - dico cominciando a spingere più forte, cominciando a baciarla per spegnere nella mia bocca i suoi gemiti. Continuo con un ritmo normale e lento, dentro e fuori, dentro e fuori, tenendomi semisdraiato sul suo corpo solo con gli avambracci. Dentro e fuori. Finché il desiderio di spingere più in profondità non mi fa spostare un braccio fino sotto il suo bacino e portarla più su, in modo che le mie spinte arrivino più in profondità. Ed è solo dopo qualche affondo che sento le sue pareti stringersi attorno a me, la sua testa abbandonata sul cuscino e le mani che stringono il mio sedere facendomi perdere ogni barlume di razionalità. I suoi gemiti e il mio nome sulle sue labbra invocato durante l’orgasmo mi fanno tremare.

E spingo più forte, come se volessi entrare profondamente dentro di lei.

Spingo più forte e affondo dentro di lei, come se volessi fondermi con il suo corpo.

Mi bastano poche spinte e collasso al suo fianco sul letto.

E’ stato strano.

Coinvolgente.

Meraviglioso.

Pauroso.

Apocalittico.

Sfiancante.

Bellissimo…

Non lo so.

E’ stato tutto.

-Cosa…cosa succederà domani? – mi chiede dopo un po’ mentre tiene gli occhi ancora chiusi. E’ stesa con la testa appoggiata sul mio petto e con una mano mi accarezza i capelli e io credo di essere in paradiso, perché non c’è cosa più bella di questa, di averla così tra le mie braccia.

-Non lo so...io...non capisco ancora cos’è successo questa sera…

-Ti ho portato la cena, è in quel sacchetto marrone che portavo con me…sono due panini, non so se avevi tanta fame…tacchino formaggio e lattuga, i tuoi preferiti...anche io ti osservo Edward…ma…da domani…domani cosa succederà? – mi chiede di nuovo. Mi sento il petto riscaldato. Lei mi osserva. Mi ha portato la cena. Le mie cose preferite. Credo che potrei davvero amare questa ragazza e chissà…magari da domani!

-Credo che andrò da mia madre per fare in modo di avere una stanza matrimoniale! – lei scoppia a ridere ed anche io la seguo.

-Che scemo che sei! – mi sporgo, afferro il sacchetto e le cose che ho fatto cadere, poi tiro su le coperte per riscaldarci. –Io...devo andare ora.. – mi dice con la voce che trema un po’ forse per l’imbarazzo. Alzo la testa a guardarla.

-No! No! No! Non se ne parla! Tu resti con me in questo letto fino a domani, ed è già tanto che domattina ti alzerai per le lezioni…questo è il tuo posto! – mi sorride dolcemente, accarezzandomi la guancia.

-Ti stai innamorando Edward Cullen?

-Non so… - alzo le spalle –Credo che sia successo nell’attimo in cui ti ho vista per la prima volta! – mi sorride dolcemente ma con un lampo di malizia negli occhi che mi procura un brivido lungo la schiena. Con un movimento repentino si posiziona su di me, a cavalcioni sul mio bacino e si sporge per baciarmi le labbra, leccandomi, mordendomi, facendomi gemere ancora.

-Vediamo se riesco a farne una certezza! – le sorrido accarezzandole la schiena per arrivare fino al sedere meraviglioso che si ritrova e schiantarla più giù, con il suo centro caldo a contatto con la mia nuova erezione. I panini dimenticati, insieme a tutto il resto.

-Vediamo se io riesco a farti innamorare di me! – Le nostre labbra si uniscono ancora una volta, le mani riprendono il loro corso sul corpo dell’altro e nella stanza si sente solo il rumore dei gemiti e dei sospiri, di nomi sussurrati nell’attimo di piacere, e di frasi sconnesse che ancora una volta sono la musica migliore per ballare.



Fine.